La nuova manovra economica del governo interviene su Irpef, welfare, lavoro e formazione, ma non mancano le criticità. Ecco cosa cambia per il sociale e il non profit.
La Legge di Bilancio 2025, approvata il 30 dicembre 2024 e pubblicata in Gazzetta Ufficiale con il numero 207, introduce importanti novità su tematiche chiave come lavoro, pensioni, istruzione, sanità e trasporti, ma le scelte politiche sollevano dubbi soprattutto in ambito sociale e per il Terzo Settore.
Fondi ridotti e assenza di rifinanziamenti
Nonostante l’importanza crescente del 5 per mille, la legge non prevede aumenti al fondo, con il tetto annuale già superato negli ultimi due anni, causando tagli agli importi riconosciuti agli enti beneficiari. Inoltre, è assente il rifinanziamento del Fondo per il contrasto alla povertà educativa, il quale ha finora sostenuto oltre 800 progetti, coinvolgendo circa 500.000 minori.
Gli enti del Terzo Settore (ETS) si trovano a fronteggiare nuove regole sui controlli e sulla spending review, estese anche agli enti privati, come indicato nei commi 857-858 dell’articolo 1. Questo accresce la pressione burocratica senza offrire risorse aggiuntive per farvi fronte.
Tagli e riorganizzazione del welfare
La manovra registra una generale riduzione dei fondi per i servizi sociali: i finanziamenti ai Comuni, per esempio, sono stati tagliati di oltre 4 miliardi di euro, con prevedibili ricadute negative sull’offerta di servizi ai cittadini. Tuttavia, alcune misure sociali hanno ricevuto attenzione:
- Incremento di 50 milioni di euro al Fondo per la distribuzione di derrate alimentari e rifinanziamento di 500 milioni per la Carta “Dedicata a te”.
- Rifinanziamento del fondo per gli inquilini morosi incolpevoli: 10 milioni nel 2025 e 20 milioni nel 2026.
Formazione e inclusione lavorativa
Per favorire l’occupazione, si autorizzano le Regioni a utilizzare i fondi del Programma GOL per finanziare iniziative di formazione aziendale. Inoltre, sono state introdotte modifiche ai requisiti economici per accedere all’Assegno di inclusione e nuove risorse per apprendistati e percorsi di competenze trasversali.
Un Fondo destinato al sostegno delle comunità educanti è stato istituito, con una dotazione progressiva: 3 milioni nel 2025, 3,5 milioni nel 2026 e 4 milioni nel 2027.
Pari opportunità e violenza di genere
In tema di diritti, il Fondo per le politiche relative alle pari opportunità cresce di 4 milioni di euro annui a partire dal 2025, destinati a interventi contro la violenza sulle donne.
Disabilità e assistenza
La riforma della disabilità, collegata al PNRR, include interventi per migliorare l’assistenza socio-sanitaria. Tra le misure:
- Incremento di 16 milioni di euro per incarichi professionali in ambito medico e psicologico.
- Istituzione di un fondo di 1,5 milioni di euro per sostenere enti e associazioni che lavorano con persone con disabilità.
- Contributi specifici per l’integrazione attraverso lo sport, tra cui il Progetto Filippide, con un aumento di 200.000 euro l’anno dal 2025.
Sostegno al Terzo Settore
Un fondo di 30 milioni di euro è stato destinato alle attività sportive e ricreative per minori da 6 a 14 anni in nuclei familiari con basso ISEE. La proroga al 2025 delle norme sul Fondo di garanzia PMI consente l’accesso anche agli ETS commerciali, pur mantenendo un sistema complesso per gli enti non commerciali.
Rigenerazione urbana e beni confiscati
Sono stati ridotti i contributi per i Comuni destinati a progetti di rigenerazione urbana, mentre un milione di euro annuo dal 2026 è riservato ai capoluoghi siciliani per il recupero di beni confiscati alla criminalità organizzata.
Prospettive future
Nonostante alcuni interventi mirati, la Legge di Bilancio 2025 lascia aperte molte questioni cruciali per il Terzo Settore e il welfare. La mancanza di un rifinanziamento strutturale per il contrasto alla povertà e il peso crescente delle verifiche amministrative potrebbero mettere in difficoltà gli enti che lavorano per il benessere collettivo.
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