Dopo due mesi dal suo avvio, avvenuto il 1° luglio, sono state diffuse sui portali governativi diverse comunicazioni ufficiali per spiegare meglio il decreto legge 36/2021, ossia la nuova disposizione che riguarda il lavoro nell’ambito sportivo. Questa misura introduce significative variazioni nei contratti lavorativi legati allo sport.
La franchigia esenzione tasse portata a 15mila euro. Tutte le news sulla riforma dello sport in vigore dal 1 luglio 2023.
Recentemente, il Ministero ha fornito ulteriori dettagli e precisazioni riguardo al DL, poiché è evidente che il settore sportivo presenta vari aspetti e sfaccettature. Per questo motivo, è essenziale definire chiaramente i ruoli e la loro posizione dal punto di vista legale.
Chi sono i lavoratori sportivi?
Rientrano nella categoria dei lavoratori sportivi: atleti, coach, formatori, dirigenti sportivi, responsabili dell’allenamento e coordinatori di competizioni che ricevono un salario. Sono considerati lavoratori sportivi anche coloro che, ottenendo una remunerazione, svolgono ruoli fondamentali per le competizioni sportive, escludendo le funzioni amministrative. Non sono inclusi, invece, coloro che operano al di fuori dell’organizzazione sportiva, come ad esempio i responsabili delle relazioni pubbliche di un’associazione o federazione sportiva.
Chi sono i volontari?
Il nuovo regolamento identifica come volontari coloro che offrono il proprio servizio in maniera volontaria e non retribuita. Le loro attività non sono pagate, ma possono ricevere rimborsi per spese comprovate relative a vitto, alloggio e trasporto, fino a un massimo di 150 euro al mese, basati su una dichiarazione personale. Per importi superiori, è indispensabile presentare le ricevute.
Stop ai rimborsi sportivi
Secondo la riforma, i rimborsi sportivi non sono più accettabili e vengono considerati come pagamenti reali. Questi sono concessi solo ai coordinatori di competizioni per le spese sostenute, inclusa la propria area di residenza.
Limiti di esenzione: 5000 euro per le contribuzioni e 15.000 euro per le tasse
I compensi ottenuti rientrano nella categoria di redditi da lavoro dipendente o autonomo. Di conseguenza, è obbligatorio stilare contratti adeguati con i collaboratori o con gli atleti professionisti, applicando le detrazioni fiscali e contributive previste dalla legge. Esistono limiti di esenzione: 5000 euro per le contribuzioni e 15.000 euro per le tasse. Fino a questi limiti, in ambito dilettantistico, i compensi non sono tassati. Oltre 15.000 euro, solo l’importo eccedente viene tassato.
Compensi sportivi e esenzione.
I compensi (per cui è richiesta una dichiarazione personale quando vengono ricevuti) fino a 5.000 euro all’anno sono esenti da tasse. Per importi tra 5.001 e 15.000 euro, è necessario considerare i contributi all’INPS e all’INAIL, mentre oltre 15.000 euro si devono anche considerare le tasse sul reddito (IRPEF). Se il beneficiario è un impiegato statale, deve fornire una dichiarazione di autorizzazione dell’ente di appartenenza al momento del pagamento. Per i rimborsi ai volontari non retribuiti, una semplice notifica all’ente di appartenenza da parte del volontario è sufficiente.
Nessuno ha mai chiarito se per il calcolo delle soglie dei compensi sportivi si deve partire da luglio 2033 oppure da gennaio 2023. Io ho percepito compensi sportivi da gennaio a giugno. 2023. Ai fini di calcolare la soglia dei 5000 e 15000 si devono comprendere o no quelli percepiti dai gennaio fino a giugno? Grazie per la risposta
mi spiace che non abbia ricevuto la risposta al mio quesito del 29 settembre scorso.